Cap 1 L’angelo
Tutto incominciò lì in quel piccolo orfanotrofio dove passai tutte le mie giornate in solitudine poiché nessuno aveva intenzione di stare con me.
A quei tempi non avevo amici e passavo tutto il tempo da sola. Tutti m’ignoravano, mentre gli altri bambini giocavano tranquillamente fuori quando c’era bel tempo, quando faceva freddo dentro. Io veniva lasciata sola, mi lasciavano sola
Fu così per molti anni non so bene non ricordo di preciso ma sui registri dell’orfanotrofio dicevano quattro. Io non lo ricordavo, non ricordavo nulla, i meii primi ricordi erano quando giocavo con gli animali.
La direttrice diceva che ero stata trovata fuori quando ero piccola, avevo all’incirca due anni. Ameno secondo le parole della direttrice
Un giorno vennero nell’orfanotrofio una coppia giovane erano i Park, Cedric e Alicia Park.
Non potevano avere più figli, n’avevano uno solo che era anche con loro si chiamava Nicholas ma loro lo chiamavano semplicemente Nick.
Quel giorno tutti i bambini giocavano fuori io ero invece vicino alla porta e li fissavo piangendo. Nessuno giocava con me nessuno, ero da sola, e le giornate non finivano mai, quando venne questo bambino dall’aspetto un po’ simpatico e si avvicinò, era Nick.
Nick mi prese per la mano e andò dai Park, e disse con voce triste.
<< mamma questa bambina stava sola laggiù>>
Allora si avvicinò la direttrice, una signora anziana con i capelli grigi e la faccia un po’ rovinata dalle rughe.
<< allora avete deciso?>>disse rivolta ai Park.
<< ancora no>> disse Alicia
Nick mi portò da loro
<>
<< quella è Rose, i bambini non vogliono giocare con lei, non so nemmeno il perché! Sta sempre da sola>>
Sentendo queste parole i Park dissero
<< adottiamo lei!>>
Così fu io fui adottata dai park però facevo fatica a chiamarli mamma e papà ancora adesso faccio fatica a chiamarli con quell’appellativo, li chiamo semplicemente per nome.
Erano dei genitori fantastici anche se non ero figlia loro mi hanno trattato come tale. Anche Nick era stato sempre carino con me. Era il mio e unico amico. La persona di cui mi fidavo di più.
Dal giorno della m’adozione la mia vita significò qualcosa e facevo di tutti per aiutare Alicia e Cedric.
Passarono undici anni avevo 17 anni secondo i miei genitori adottivi.
Quel giorno ci stavamo trasferendo, io non sapevo se essere felice oppure triste, non avevo amici a parte Nick, tutti m’isolavano tranne lui. A scuola lo stesso. Però a me bastava l’amicizia che avevo con Nick.
<< Rose! A che pensi?>> disse Nick rivolgendosi a me che stavo guardando fuori dalla finestra.
Era una bella giornata di sole e mi piaceva fissarlo.
<< a nulla>> dissi con tutta tranquillità
<< fissavo solo il sole>>
Poi sussurrai queste parole
<< chissà se troverò degli amici>>
<< vedrai che ne troverai>> disse Nick.
Nick era un rapper aveva la testa piena di rasta, nella vecchia città aveva anche una band The Frost. Lui era il chitarrista, ma poi ha dovuto abbandonare tutto per trasferirsi alla nuova casa.
Ci fermammo ad un Pit-stop per fare un pieno di benzina e n’approfittai per andare in bagno. Mentre Alicia Nick e Cedric andarono a prendere un caffè. A me non andava nulla così tornai all’automobile.
Come avevo detto prima era una giornata soleggiante però soffiava un vento leggero, che fece volare il mio cappello di paglia preferito.
Andò a finire vicno una decappottabile grigia metallizzata, non riuscii a vedere la marca e non è che me ne intendevo molto d’auto.
Andai a prenderlo ma fui preceduta da un ragazzo, alto bruno capelli medio lunghi, aveva dei lineamenti così bella che sembrava un angelo.
Il ragazzo prese il mio capello e me lo pose.
<> furono le uniche parole in grado di dire.
<< prego>> mi rispose lui sfoggiando un sorriso bellissimo.
Era bellissimo, una bellezza così non l’avevo mai vista, avrei tanto voluto fermalo per parlare con lui, ma non so non riuscii a farlo, e intanto lui era già salito sulla sua decappottabile.
Vidi l’auto allontanarsi, la vidi finché non diventò una formica piccola ,piccola per quella lunga strada dritta.
Tornai all’auto di mio padre se non sbaglio era una ford di colore grigio Scuro quasi sul nero, ma facevo confusione con le marche quindi non n’ero certa.
Erano tornati quindi potemmo partire.
Io per tutto il tempo mi misi ad attorcigliare i miei capelli lunghi capelli castani, lo facevo sempre quando ero imbarazzata e questo non succedeva molto spesso.
Nick se n’accorse, lui mi conosceva meglio di chiunque altro.
<< cos’è successo? Perché sei imbarazzata?>>
<< non ti posso nascondere nulla vero? Nulla ho solo incontrato un ragazzo aveva al l’’incirca una ventina d’anni massimi venticinque, era bellissimo, avrei voluto parlare con lui, ma mi sono vergognata troppo... chissà se lo rivedrò>>
< volte fa brutti scherzi>>
<< tu credi?>>
<< si>>
Il resto del viaggio trascorse normalmente arrivammo prima del previsto e avendo già portato i mobili il giorno prima e sistemati dovetti solo sistemare la mia stanzetta mettere tutti i libri che avevo n’avevo molti mi piaceva leggere, posare tutti i cd e i miei peluche.
La stanza da letto era molto grande e spaziosa, aveva due letti singoli, aveva una carta da parati bianca con fiorellini rosa.
Quando ebbi finito uscii di casa per guardare la zona.
C’erano tutte villette, la maggior parte avevano lo stesso aspetto. Una in particolare era bellissima, era in stile gotico le linee facevano sembrare più alta.
Aveva un folto giardino come tutte le altre ville compresa la mia, ma questo era tre volte più grande era di sicuro di qualche benestante.
All’improvviso dalla villa uscì un ragazzo incappucciato con un passamontagna da ladro.
Ad una scena simile non riuscii a fermarmi e con tutta la forza che avevo mi buttai su quello che in apparenza mi sembrava un ladro. Poi sentii una voce di bambino.
<< hei! Tu ! come hai osato! Hai interrotto il nostro gioco!>>
<< gioco?!>>
Dalla porta uscì un bambino aveva all’incirca sei anni.
<< si gioco! Stavamo per giocare a ladro e poliziotto! E tu lo hai rovinato!>>
<< scusatemi tanto>> Dissi dispiaciuta.
Il ragazzo si tolse la benda o quello che era, e per mio stupore era il ragazzo incontrato prima.
<< non è colpa tua tranquilla, Mirko vai a giocare dentro>>
<< uffi… ma io voglio giocare con te!>>
<< Mirko! Non fare capricci>>
<< e va bene!>> disse il bambino Mirko da come lo aveva chiamato il ragazzo che intanto se ne andò dentro casa.
<< scusa>>
<< non devi scusarti, pensavi solamente che fossi un ladro>>
Sorrise gentilissimo.
Il mio cuore non so come iniziò a correre a duecento allora, ogni secondo il mio cuore aumentava la sua corsa folle.
<< io mi chiamo Rose>> Dissi con una vocina intimidita, intimidita da un ragazzo stupendo che sembrava un angelo disceso da cielo.
<< piacere, io sono Jared>>
<< Jared, piacere. Vivi qui?>>
<< si, questa è la mai casa, Oggi quando ci siamo incontrati ero andato a fare un lavorare nel mio vecchio paese natale. Tu invece devi essere appartenere alla famiglia che si è trasferiti vero??>>.
<< sì anche se non ho nessun legame di sangue, mi hanno adottata>>
<< capisco, ora devo andare ci vediamo qualche altra volta>>
<< ciao>>
<>
Vidi Jared entrare in casa, io entrai nella mia.
Andai sopra in camera mia, presi un cd, per la precisione Minutes to Midnight dei Linkin Park, uno dei miei gruppi preferiti, uno si ce ne sono tanti che non finirei mai di fare una lista.
Mi distesi sul letto e addormentai con ancora il cd nelle orecchie.
Stranamente mi risvegliai in un immenso prato fiorito che profumava di lilla Rose, viole, primule ecc.
Dal cielo iniziò a scendere un angelo con delle immense ali
<< principessa Rose finalmente vi ho trovata!>> Disse l’angelo che ormai era sceso su quel prato
<< principessa, vi state sbagliando… io non posso essere una principessa e di cosa poi?>>.
<< del regno Angel, forse quando siete caduta avete perso la memoria avevate 2 anni vi ricordate?>>
<>
<< 17, sono passati 15 anni, gli angeli fino a 20 anni crescono poi non possono più invecchiare e non possono nemmeno morire, devo essere uccisi dai demoni>>
<< ma se non sono io quella principessa?>>
<< siete voi non c’è dubbio emanate la presenza degli angeli>>
<>
L’angelo prese delle ali e le mise nella mia schiena, e sentì un bruciore fortissimo tanto forte che sentivo le spalle in fiamme.
Mi svegliai di soprassalto dal bruciore forte che sentivo ancora adesso. Avendo il lettore cd con le cuffie nell’orecchio e lo feci saltare per aria.
Mi guardai bene le spalle e vidi due enormi ali come quelle che aveva l’angelo del mio sogno. Non ci potevo credere ero un angelo.
Capitolo 2 il pranzo
Era strano, non capivo cosa mi stava succedendo sentivo le ali sua mia schiena e pensavo che stessi ancora sognando, questo era impossibile nei sogni non esisteva il dolore e in quel momento la schiena mi bruciava da morire. Quando il dolore si calmò mi affacciai, era alba il sole stava nascendo, quella luce fece si che io vedessi delle bianche e grandi piume.
Non sapevo se credere alle parole dell’angelo, come potevo essere una principessa?!
Io, io che venivo ignorata da tutti, io che non avevo amici, io che non sapevo chi sono e da dove venivo … potevo mai essere una principessa e per lo più di un regno governato da angeli?!
Tutto questo era assurdo… ma in cuor mio sentivo di essere diversa dagli altri… e forse era per quesito che mi sentivo sempre a disagio con le altre persone.
Alcune volte anzi, molto spesso mi capitava che ci crediate o no di fare sogni premonitori, si avveravano sempre. Come quella volt in cui sognai a 8 anni un cavallo, uno stallone con pelo biondo maculato di marrone. Io correvo su di lui. e pochi giorni dopo Alicia e Cedric accompagnarono me e Nick ad un maneggio, e io vidi il cavallo che sognai, perfettamente uguale. Ne feci molti altri di sogni premonitore e chissà se anche quello era un sogno premonitore. Non ne potevo avere idea in quel momento.
Ero tesissima in quel momento e il dolore che provavo era immenso, poi sentii un calore sulle spalle, come se qualcuno da dietro mi stesse abbracciando… e pian piano il dolore passò. Sentivo una presenza anzi come se qualcuno mi stesse abbracciando, non era Nick. Mio fratello mi dava una sensazione d’amicizia questa volta invece sentivo come se mi stessero abbracciando con gentilezza, quasi con amore… poi sentivo un profumo dolciastro nell’aria, l’avevo già sentito… in un posto lontano e tanti anni fa… bianco c’era tanta distesa di bianco, forse era la neve… ma non l’avevo mai vista… era strano molto strano… poi quando mi sentii meglio riuscì a restringere le ali anzi diciamo che le assorbii.
Prima di scendere mi andai in bagno , mi lavai e indossai le prime cose che trovai sotto il naso. Una T-shirt rosa con volant sul fondo ed un pantalone fucsia ricamato con perline viola, mi attaccai i capelli in una coda da cavallo.
Quando scesi, andai in soggiorno stavo per inciampare e finii dritta su Jared
<< scusa… non ti avevo visto>>
cosa ci facesse li proprio non lo sapevo, ma non mi ero fatta nulla, speravo tanto che Jared non si era fatto nulla.
<< non fa nulla, non l’hai fatto volontariamente>>
da perfetto gentiluomo mi aiutò ad alzarmi, la sua mano era calda, come la sensazione che provai poco prima ed aveva anche lo stesso profumo forse era una coincidenza.
Fissai i suoi occhi, erano di un verde smeraldo così inteso che sembravano scintillare
<< scusami lo stesso >>
Ora che ci peso quegli occhi mi sembrava di averli già visti come avevo sentito quel calore… forse mi stavo solo fissando, se fin da piccola mi trovavo in quel orfanotrofio dove ho passato delle giornate in solitudine giocando da sola, li stavo per impazzire, non socializzavo nessuno ragazzo mi ingorgavano tutti e se cercavo di iniziare un discorso anche se da bambini nessuno mi ascoltava e per lungo tempo non riuscivo a socializzare nemmeno con Nick Alicia e Cedric. Le parole non mi uscivano dalla bocca ero rimasta traumatizzata, ma col tempo mi riuscirono a far riprendere, forse è per questo che sono così legata a loro a Nick soprattutto anche se non abbiamo rapporti di sangue lo sento veramente mio fratello.
Mia madre era in cucina sentivo un profumino invitante e anche Jared sembrava sentirlo…
<< come mai sei qui? Se non sono indiscreta? >>
<< beh, ero venuta a salutare i nuovi vicini e tua madre mi ha invitata>>
Io guardavo
Alicia venne in soggiorno e incominciò ad apparecchiare, io andai ad aiutarla.
Quel giorno Cedric compiva 38 anni, giovane per avere un figlio di diciannove? Quando si erano sposati, mia madre aveva 18 anni e mio padre 19, non so bene come fosse andata ma sembrava che Alicia aspettava Nick da Cedric e si sposarono, poi ebbe una complicazione dopo il parto e non poteva avere più figli.
Quando finimmo di apparecchiare iniziammo a mangiare. I Park avevano dei parenti in Italia e per questo amavano molto la loro cucina e quel giorno Alicia aveva preparato dei piatti proprio italiani, pasta ai ceci, e per secondo il coniglia farcito con peperoni, alla fine una bella torta al cacao farcito con panna montata e per decorazione delle belle fragole.
Era tutto squisito.. buonissimo come sempre. Anche a Jared sembrò essere soddisfatto del pranzo… e devo ammettere che era veramente fico… indossava un giubbotto in pelle nero, una maglia blu, e un pantalone in jeans strappato… ogni tanto gli davo un occhiatina mentre mangiavo e anche lui ricambiava… forse mi stavo innamorando, e immaginavo pure il motivo era l’unica persona che socializzava con me.
Finito di mangiare andai in cucina e mi misi a lavare i piatti, sentivo una presenza vicino a me, ma non c’era nessuno a meno che non esistevano pure gli uomini invisibile oltre agli angeli.
Poi una voce iniziò a rompere un silenzio, sembrava quella di Jared, ma era con mio padre.
<< Rose, fra un po’ tutto si chiarirà!>>
ripeteva queste parole sentivo questa voce ma mia madre sembrava non percepire nulla, era stranissimo ma sentivo come se solo io potessi sentire, era strano in effetti come potevo sentire una cosa simile? Ero pur sempre una ragazza no? Non beh… non ero una “ragazza” ma un angelo forse funzionava diversamente, magari avevano delle percezioni differenti gli angeli.
Io una principessa iniziai a pensare che potesse essere vero, daltr’onde mi avevano adottata… magari non ricordavo nulla della vita che avevo lassù e magari Jared era un angelo come me che mi conosceva? Non poteva essere proprio vero? La mia fantasia viaggiava troppo in quel momento.
Quel pomeriggio restai tutto il giorno in compagnia di Jared, era davvero simpatico e molto gentile.
<< sei davvero carina oggi>>
<< grazie…>>
Non so come ma improvvisamente mentre parlavo con lui come d’incanto mi si allungarono le sopraciglia e ciglia diventando a forma di coccinella… andai di corsa in bagno cercando di tagliarle… ma nulla crescevano sempre alla stessa lunghezza ogni volta che le tagliavo.
Poi di nuovo quella presenza, quell’odore e quella voce
<< Rose… rilassati… vedrai che ci riuscirai!>>
<< Si>>
feci come disse e si accorciarono da sole…
Avevo incominciato a temere che sarebbero rimaste così per sempre, chissà che aveva pensato Jared nel vedermi così… speravo solo che non mi facesse domande inutili alle quali avrei dovuto rispondere con delle scuse. Perché pensavo questo? Semplicemente perché mi ero innamorata di Jared.
