Linda's portraits

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Irene Kirsh
view post Posted on 5/1/2011, 12:54




Ma grazie!
I colori del tuo avatar...Credo di averlo già detto, but I like it :asd:
 
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Irene Kirsh
view post Posted on 14/4/2011, 16:11




Seven years after

Verde islam, verde trifoglio, rosso amaranto, blu polvere, oro, bianco...



Il trillo insistente del cellulare interrompe il mio lavoro.



Sbuffo, posando pennello e tavolozza e afferrando il telefono con una certa stizza: sono le quattro del mattino, in pieno momento creativo, dopo giorni che fatico a trovare l'ispirazione per i miei dipinti.



Non è un buon momento, no.



- Qui Linda Rivereel. Sono piuttosto impegnata, quindi la prego di andare dritto al punto...-

- Amorevole come una iena, eh? Siamo nel bel mezzo di un blocco del pittore, se così posso dire?-.

Per poco non lascio cadere il telefono, tanta è la sorpresa:- Matt!!!! -.

- Ora sì che riconosco la mia donna di ghiaccio, sempre pronta a sciogliersi al suono della mia voce sensuale! Bello pseudonimo, comunque...* - ride la voce roca all'altro capo del telefono, riportandomi indietro nel tempo, anni e anni fa.

Quando eravamo ancora ragazzini chiusi in una struttura che era insieme la nostra casa e la nostra prigione.

La Wammy's House era stata luogo di momenti gioiosi e di incontri speciali: avevo trovato dei buoni amici nella schiera di bambini estremamente dotati che occupavano l'orfanotrofio in attesa della scelta dell'erede di L.



Quella scelta che, in un modo o nell'altro, condizionava la nostra intera esistenza.



Matt era uno di questi, forse il mio migliore amico: una di quelle persone oneste, riservate e meravigliosamente ottimiste, gioiose nonostante la avversità che la vita ha posto loro di fronte.

- Sono anni che non ti fai sentire... Come hai avuto il mio numero?- domando, sedendomi sulla poltrona accanto alla finestra e fissando lo sguardo sul mare in lontananza: la mia carriera di pittrice mi ha permesso di mettere da parte un po' di denaro e di comprare una viletta con vista su una spiaggia bianca e silenziosa.

- Non è stato difficile vista la sua fama, signorina... Aggiungi l'aiuto di un certo uccellino pallido di nostra conoscenza... Et voilà- risponde con il suo solito tono ironico; il mio udito coglie lo scattare di un accendino e il suono prodotto da un lieve sbuffo: non ha perso il suo brutto vizio.

- Sei in contatto anche con Near, allora?-

- Diciamo che l'ho visto di recente, per una faccenda complicata tra uomini di mondi quali siamo...-

- Ah, Matt, il giorno in cui otterrò una risposta seria da te credo che mi commuoverò-.

Un'altra risata ilare segue al mio commento sarcastico: - Se è così, allora farò di tutto per accontentarti... Sei l'unica marmocchia della Wammy's che non sono riuscito a fare frignare-.

- Ahi, deve essere terribile per il tuo ego gigante, Rosso - sghignazzo, alzandomi dalla poltrona e dirigendomi verso la cucina, assetata: un bicchiere di sangria appena fatta è quello che ci vuole.

- Puoi dirlo forte, bellezza -

- Potresti venire a trovarmi, così potrei chiederti scusa di persona -.

Il silenzio è tutto ciò che riempe gli istanti successivi la mia proposta ironica, ma non troppo.

Matt mi manca, come tutto ciò che ha fatto parte della mia infanzia: mi mancano il giardino verde, i castelli di carte, il profumo di legno e cioccolata, il vecchio pianoforte scordato nel salone, le poltrone piene di giocattoli, l'atmosfera accogliente e rassicurante.

Nonostante tutto, la mia vita da sette anni a questa parte è stata malinconica e solitaria: i miei dipinti rappresentano quasi tutti scorci di paesaggi impressi nella memoria negli anni in cui ho vissuto alla Wammy's house.



- Non è una cattiva idea, sai... Potrei farti un'improvvisata, sperando di beccarti in una mise compromettente – risponde Matt nel suo solito tono scanzonato; eppure avverto qualcosa di differente nella sua voce.

- Del tipo? - domando, versando un po' di bevanda rossa in un bicchiere colorato e sedendo al tavolo, il bicchiere nella mancina e il cellulare nella destra.

- Uhm... Bigodini e maschera per il viso?-

- Già, e magari due fette di cetriolo sugli occhi! -.

Ridiamo entrambi come due idioti, ma avverto distintamente che Matt si è fatto leggermente teso, nervoso, forse.



- Linda -

- Dimmi -

- ... Hai una gran bella casa -.



A quelle parole il mio cuore si ferma.



Mi alzo, trasognata, dirigendomi nuovamente verso il salotto ingombro di tele.

Non è possibile, Linda.

Deve essere uno dei tuoi soliti sogni ad occhi aperti.

Hai sbagliato brocca e ti sei scolata un bicchiere intero di vodka, sì.

Hai dormito poco e ti sei addormentata sulla tavolozza, stai solo immaginando di aver udito la voce di Matt non solo dalla cornetta del telefono, ma anche dalla stanza accanto.



Non è possibile, no?



- Ti sei fatta silenziosa... Comunque, davvero, non pensavo che gli imbrattatele guadagnassero così tanto! Questo poltrona è comodissima... Il resto del mobilio, poi! Altro che quella specie di catapecchia in cui passo le giornate... Mello sarà verde di invidia quando glielo dirò-.



Un bellissimo miraggio.

La figura comodamente seduta sulla poltrona rossa che occupavo fino a poco prima deve essere un miraggio.

Eppure il mio cuore non può fare a meno che traboccare di gioia e sperare.



- Matt?-.

La figura si alza, dirigendosi verso di me con passo leggermente strascicato, lo stesso di sette anni fa: mi aspetto un commento arguto, una battuta ironica, qualcosa che mi confermi che il giovane uomo di fronte a me sia veramente Matt.

Strano, ma dalle sue labbra non esce alcuna parola, né risata: i suoi occhi, celati da un paio di googles, sembrano più grandi e profondi di quanto ricordi.

- Matt...- ripeto, la voce rotta, mentre un paio di braccia forti mi avvolgono in una stretta salda e affettuosa.











-Come hai fatto ad entrare?-.

La mia poltrona starà soffrendo sotto i nostri pesi combinati, ma non ho alcuna intenzione di allontanarmi da Matt: ancora fatico a credere che sia qui.

- Linda, mi stai strangolando - ridacchia, ricambiando immediatamente la mia stretta assassina, - Comunque sono passato dalla tua finestra spalancata -.

Annuisco, respirando il profumo della sua pelle chiara e gettandogli un'occhiata curiosa: il suo sguardo è rilassato, calmo, simile a quello del Matt che ha accompagnato la mia infanzia, così come la massa di capelli scarlatti e disordinati e il largo sorriso felino.

I tratti del suo volto sono però più decisi, maturi, ed è decisamente cresciuto in altezza.

- Sei un uomo, ormai...- sospiro, ricevendo una risata sonora e un' arruffata di capelli in risposta:- E tu sei una donna, ormai... Una donna molto bella, tra l'altro -.

- Sei sempre il solito Playboy -

- E tu la solita Donna di Ghiaccio – si lamenta, strizzandomi un occhio e continuando ad accarezzarmi la schiena, mentre mi stringo ancora di più a lui.



-Ti va di bere qualcosa?-

- Perchè no-.





- Come sta Mello? Prima l'hai nominato, se non sbaglio-.

Matt si accende una sigaretta, accettando il bicchiere di sangria che gli porgo; mi siedo di fronte a lui al tavolo della cucina, osservando le trame delicate del fumo che esala dalle sue labbra piene: quelle stesse labbra che mi avevano creato difficoltà quando l'avevo ritratto nel giardino della Wammy... Avevo dovuto disegnarle almeno una decina di volte prima di essere soddisfatta.

Sorrido, presa dai ricordi, per poi rivolgere la mia attenzione alle parole tranquille del mio vecchio amico: - Mello sta bene, testardo, iperattivo e isterico come al solito-.

- E Near?-

- Come ti ho già detto, l'ho visto solo per questioni di lavoro-

- Un lavoro con Mello?-.

Un guizzo nei suoi lineamenti mi porta a comprendere che le mie domande lo mettono a disagio:- Vorrei poterti rispondere, Linda, ma...-.

- No, va bene così- lo interrompo con un gesto noncurante - Perdona la mia indiscrezione-.

Matt sorride, aspirando un'altra boccata di fumo: - Non sei cambiata, eh? Sei rimasta la buona amica che ricordavo. Mi spiace solo di essere riuscito a venire solo ora-.

- Non fa nulla... D'ora in poi potremmo vederci più spesso, no?-.

Matt scuote la testa.

Il suo sorriso si è intristito.

- Onestamente, non lo so-.

Rimango immobile, mentre la preoccupazione comincia a farsi strada nella mia mente confusa: - Cosa intendi dire?-.

- Intendo dire che il mio... Lavoro attuale... È complicato, mi tiene occupato per ore e ore tutti i giorni... Non mi è possibile uscire spesso- mi spiega con aria tranquilla, cercando il mio sguardo teso con i suoi grandi occhi verdi e celati dalle lenti gialle degli occhiali.

- Devo dedurre che passavi di qui per caso?-

- Ti sembrerà assurdo, ma il mio tabaccaio di fiducia è a pochi metri da qui.Quindi ho dovuto fare solo una breve deviazione. Avevo voglia di vedere che fine avevi fatto, ma non mi aspettavo che tu fossi così vicina! Near è piuttosto informato sul tuo conto, conserva parecchi articoli su di te e sulle tue mostre d'arte. È stato gentile a darmi il tuo numero e il tuo indirizzo, devo ammetterlo... Credo che abbia voglia di vederti anche lui, Linda-.

- Anche a me farebbe piacere... Anche vedere Mello-.

Matt annuisce, rivolgendomi un lieve inchino: - Riferirò, ma'am-.







- Beh, allora... Passa di qui quando vuoi, mi raccomando-.

Matt mi abbraccia calorosamente sulla soglia: - Farò il possibile per portarti anche l'Orso Scorbutico e l'Uomo delle Nevi-.

- Ci conto, Matt. A presto-.









Lo osservo mentre si allontana con la sua stramba andatura rilassata, accendendo l'ennesima sigaretta.

Mi auguro che questo sia un nuovo inizio, ma qualcosa mi dice che non sarà un inizio gioioso.

Matt ha evitato la mia domanda, sento che non mi ha detto tutta la verità riguardo il perchè ritiene sia difficile vederci.

Temo che il suo lavoro non sia solo complesso e stancante.

Temo che sia pericoloso.





Sospiro, rientrando in casa e apprestandomi a tornare al mio nuovo dipinto: quattro ragazzini di spalle,tre maschi e una femmina, che ammirano il tramonto in un giardino pieno di fiori colorati; le loro chiome risaltano alla luce color ambra,i vestiti ricadono morbidamente sui corpi esili, in un gioco di luci e ombre delicate, specie sul pigiama bianco del ragazzino a destra.

Avvicino il pennello alla tela e mi fermo, sorpresa.



C'è un biglietto poggiato sul cavalletto, accanto alla tela incompiuta:





E brava la mia incantevole artista!

Ti sei davvero superata,

Matt




Sorrido, felice.

Mi sei davvero mancato, Matt.




* Misto dei cognomi dei tre amici^^

You came back only ten seconds ago

- Linda, scusami, ma...-
- Non puoi venire?-.
Un sospiro giunge dall'altro capo del telefono: - No, oggi non ce la faccio proprio... Ho una marea di faccende da sbrigare-.
- Non è un problema, sta' tranquillo-
- Mi avrebbe fatto piacere vederti, credimi-
- Lo so-
- Menomale... A presto, Linda-
- Ciao Matt-.


Resto a fissare pensierosa il soffitto, il cellulare ancora tra le mani.
Matt sembrava stanco e giù di tono: non ha fatto neanche un commento scherzoso o un'osservazione pungente, e questo non è da lui. Da quando ci siamo rincontrati per la prima volta, tre settimane fa, viene a trovarmi ogni volta che può e resta per qualche ora a chiacchierare con me o ad osservarmi mentre dipingo. Durante queste riunioni amichevoli i miei occhi non smettono di vagare su di lui, ancora timorosi di vederlo sparire nuovamente per altri sette anni o per sempre.

"Ha comprato una nuova console portatile per i suoi videogame... Chissà che fine ha fatto l'altra".

"Ha un'altra cicatrice sulla mano sinistra... Come se l'è fatta?"

"Non toglie mai quel paio di googles gialli... Fatta eccezione per quelli, veste come alla Wammy's".

"Non ha perso il suo sorriso nè lo humor, però...".


Però.
Tutti i miei pensieri finiscono sempre in un però.
In sette anni si cambia, questo è ovvio e naturale, ma Matt non è cambiato, è... Distante, forse.
Paradossalmente con l'aumentare dei nostri incontri è aumentato il distacco tra di noi: spesso nella stanza aleggia un silenzio pesante e piuttosto tetro che mi innervosisce e mi inquieta.
Il Matt di due settimane fa è come appassito, non conosco questo Matt serio e lontano. Ma ogni volta che sono sul punto di interrogarlo, di guardarlo dritto negli occhi e chiedergli "Cosa ti preoccupa, Matt? Cosa sta succedendo?", incontro il suo sguardo.
Uno sguardo grave, sconsolato, che dura pochi secondi, prima di tornare a simulare quella mite serenità che Matt costruisce con cura durante ogni ora che trascorriamo assieme.

Uno sguardo che mi costringe a tacere.






- Linda, come stai?-
- Ah, Matt. Tutto bene, tu?-
- Tra un'ora sarò libero come l'aria-
- Fino a domani?-
- Ovvio, no? Però me la godo lo stesso-.
La risata tranquilla di Matt non ha nulla a che fare con le sue caratteristiche risate fragorose che riecheggiavano nei corridoi del orfanotrofio, ma riesce comunque a strapparmi un sorriso:- Fai bene. Purtroppo oggi sono io quella impegnata-
- Oh -.
Matt sembra deluso e mi dispiace, ma ogni tanto ho degli impegni anch' io e non posso rimandarli o il mio agente mi uccide:- Mi dispiace Matt, è per lavoro, una mostra importante, e non posso proprio...-
- No, no, no, vai pure e accresci la tua fama, giovane artista, non voglio impedirti di diffondere il tuo verbo pittorico nel mondo. Ci vediamo domani?-
- Domani andrà benissimo-.




Salgo i quattro scalini che portano all'ingresso della mia casa con passo lento e stanco: la mostra ha riscosso un discreto successo, ma stare in piedi cinque ore sui tacchi non fa decisamente per me.
Estraggo le chiavi dalla borsa e le infilo a tentoni nella serratura.
La porta è già aperta.

Mi immobilizzo, la stanchezza dimenticata e sostituita dall'agitazione: chi è entrato in casa mia?

Lentamente, senza fare rumore, spingo la porta e getto uno sguardo all'interno: la luce della luna che filtra dalla porta è troppo fioca per permettermi di scorgere un potenziale pericolo. Non ho idea di chi o cosa possa aver scassinato la serratura e essersi introdotto nel mio appartamento, e per cosa, poi?
Un furto?
I miei dipinti non sono tanto celebri da poter scatenare la sete di denaro di un ricettatore o il desiderio di rarità artistiche di un appassionato.
Forse qualcuno vuole farmi del male?
Improbabile, non ho particolari nemici.
Ma allora qual è il vero motivo di tutto ciò?


Scivolo silenziosamente nell'ingresso, guardandomi attorno circospetta e allungando una mano verso l'interruttore.
Lentamente.
Le mie dita sfiorano il pulsante e si apprestano a esercitare quella pressione che spero possa chiarire questa situazione confusa.
Forse un po' troppo lentamente.
Non saprò mai chi mi ha appena colpita, penso, mentre il mio mondo si capovolge e sembra diventare ancora più nero.







- Linda, sei in casa? Linda!-.
Una voce tesa affiora lentamente dal buio.
Stordita, apro gli occhi di scatto, tentando di capire dove mi trovi; la mia mano destra è posata su ciò che al tatto riconosco come carta, la mancina su una superficie fredda e liscia.
Deve essere il pavimento.
Ah, già.
- Linda... Mello, cazzo, non la trovo! Fammi accendere la luce!-
- No, idiota, potrebbero essere ancora in zona e notare la luce accesa. Stiamo già facendo abbastanza baccano così-.
Quella seconda voce brusca, tonante e autoritaria invade la mia mente ancora confusa: nonostante tutto non posso fare a meno di gioire.
Mello.
- Matt, qui non c'è, torniamo in salotto-
- D'accordo...-
- Calmati - la voce di Mello si è addolcita, ne sono sicura - È qui da qualche parte-.
- ...-.
Stanno bisbigliando qualcosa, ma non riesco a sentire le loro parole; avverto i loro passi decisi, ma cauti, e lo scattare della sicura di una pistola.
-Linda, sei qui?-.
Questa volta è la voce bassa e dura di Mello a chiamarmi.
- Mello... Sono qui...- riesco a mormorare.
- Come ti senti?- la sua voce è da qualche parte vicino al mio viso, una mano si è posata sulla mia tempia.
- Ho avuto momenti migliori-
- Ti portiamo via di qui, è inutile restare. Domani, con la luce del giorno, torniamo a verificare i danni fatti dal tuo visitatore-
- Va bene...- rispondo, tentando di alzarmi.
- Non ci provare nemmeno, signorina, per oggi basta passeggiate-
- Ma Matt...- protesto, mentre un paio di braccia mi solleva senza sforzo da terra.
- Piantatela di gracchiare come cornacchie. Matt, muoviti, Linda, taci-.






Il rollio regolare e il grugnito del motore dell'auto di Matt fanno da sottofondo alla conversazione dei miei vecchi amici.

- Linda?- domanda Matt; probabilmente la guida gli impedisce di voltarsi a controllare il mio stato di salute.
- Sta dormendo, credo-.
La risposta indifferente di Mello mi sorprende: sono praticamente sicura che sappia che sono assolutamente sveglia.
Matt si fida di lui, a quanto pare, perchè non commenta.
- Meglio così. Cosa ne pensi dell'accaduto?- dice dopo alcuni secondi.
Ho chiuso gli occhi, simulando un sonno profondo, desiderosa di bere ogni parola della loro conversazione appena bisbigliata.
- Penso che le probabilità che abbia a che fare con Kira sono alte-.
Chi è questo Kira nominato da Mello?
Un vago ricordo di un articolo di cronaca affiora nella mia mente... Un assassino, credo.
Mannaggia alla mia tendenza a isolarmi per mesi mentre dipingo... Giuro che non mi perderò mai più un telegiornale.
Dunque il loro lavoro ha a che fare con un'indagine, forse.
- L'ho pensato anch'io. Non era difficile arrivare alla Wammy's House e indagare tra i loro abitanti, era prevedibile che tentassero di carpire qualche informazione su te e Near -
- Mi chiedo se siano andati a colpo sicuro, se abbiano saputo qualcosa su Linda che li ha portati a frugare in casa sua-
- Con il plurale intendi...?-
- Intendo gli scagnozzi di Kira. Yagami è venuto fin qui dal Giappone per la figlia, non è poi così improbabile che non fosse solo. Ho preso tutte le precauzioni possibile, ma qualcuno potrebbe essere sfuggito ai nostri-
- Se arrivi ad ammettere la possibilità di un tuo errore, siamo alla frutta-
- Non dire stronzate, Matt, sto solo facendo delle ipotesi. La partita con Kira è aperta più che mai-.

Uno schiocco secco e uno metallico: l'accendino di Matt e la cioccolata di Mello, presumo.

- La partita con Kira, eh?-.
La voce di Matt è divertita, la reazione di Mello inaspettata: - ... Taci-.
- Come vuoi, dolcezza. Tanto non ammetterai mai che... Va bene, va bene, la pianto!- sghignazza Matt.
Mello borbotta qualcosa a denti stretti.
Credo che la conversazione abbia preso una piega meno grave, ma più scomoda per quest'ultimo.

- ... Però dovresti dirglielo-
- Potrei dire lo stesso, credo-.
Ora è Matt a sembrare nervoso: - Cosa intendi?-
- Lo sai benissimo, dolcezza- lo scimmiotta Mello, nuovamente a proprio agio: sembrava alle strette, eppure eccolo di nuovo sicuro di sè e un filo arrogante; - Parlo della bella addormentata qui dietro-
- Mello, taci, potrebbe sentirti -
- Meglio, sarebbe anche ora che scoprisse che il suo amico Matt ha una bella cotta per lei-
- Che razza di bastardo. Aspetta che torniamo a casa e una telefonata alla tua Dama Bianca non me la toglie nessuno...-
- Provaci-
- Vedrai-.


"Il suo amico Matt ha una bella cotta per lei" .
Il mio cervello è andato in panne e le parole di Mello continuano a ripetersi all'infinito nella mia mente.
Matt, una cotta per ME?
È per questo che Mello ha voluto che ascoltassi la conversazione tra lui e un ignaro Matt?
Perchè scoprissi i suoi sentimenti per me?
No.
Non torna.
Il suo atteggiamento distaccato, il suo sguardo triste... Tutto solo perchè prova un interesse nei mei confronti?
Mancano ancora dei pezzi.
E soprattutto, Linda, cosa provi per lui?




- Sai cosa, Mello? Siamo solo due coglioni innamorati-
- Che bellezza-
- Già... Siamo arrivati-.







- Benvenuta nel rifugio segreto di Mello Mello Sette e del suo fido assistente-.
Mi volto con un sorriso verso la porta della stanza che mi è stata ceduta per questa notte, dove sta sostando un sorridente Matt: - Grazie- rispondo, finendo di frizionarmi i capelli con un asciugamano: una doccia calda era quello che mi serviva per lavare via la tensione accumulata in queste ore.
Matt entra e siede sul letto a gambe incrociate, accanto a me; non posso fare a meno di provare un certo imbarazzo, alla luce della conversazione udita poco prima: siamo soli in una stanza appena illuminata, seduti su un letto, e io indosso solo un accappatoio gentilmente fornito dal padrone di casa.
- Domani torneremo a casa tua, come già detto, ma forse hai qualche idea riguardo chi abbia...-
- Mi dispiace, ma non lo so... Non credo di avere nemici... Ora come ora non so cosa pensare-.
Mi odio per il tremito che ha scosso la mia voce, ma la stanchezza e l'inquietudine mi hanno sopraffatta per un istante.
- Ehi... Va tutto bene, no? Stai bene, c'è solo un po' di casino nel tuo appartamento... Potrebbe essere stato un banale ladruncolo-
- Sappiamo entrambi che non è vero, Matt-.
Incrocio il suo sguardo mite, celato dalle lenti gialle degli occhiali, e aggiungo: - Prima, in macchina. Ho sentito tutto-.
La sua espressione sembra in bilico, tra panico e impassibilità: - Tutto?- ripete, con voce tranquilla.
Rifletto per un momento, consapevole dell'importanza della mia risposta.
La vera domanda di Matt è un'altra, e lo so bene.
Sospiro, abbassando gli occhi e posandoli sulle sue mani giunte in grembo: le cicatrici baluginano nella luce fioca della lampada posata sul comodino, i muscoli guizzano sotto la pelle pallida mentre le dita si intrecciano e si sciolgono in una sequenza ipnotica. Non posso fare a meno di rimanerne affascinata.
- Tutto- ribatto con voce gentile, posando una mano sulle sue.
Un respiro profondo è tutto ciò che esce dalle labbra di Matt, quelle labbra che ora scatenano in me pensieri molto meno casti di un tempo; non so dire cosa sia cambiato nei miei sentimenti per lui in queste settimane, ma so quanta felicità e confusione hanno provocato in me le parole di Mello e non posso fare a meno di ignorare il mio battito accellerato al solo nuovo incontrarsi dei nostri occhi.
- E... La tua opinione a riguardo?- sussurra lui, stringendo la mia mano tra le sue e fissandomi con aria speranzosa.
- Se ti togli gli occhiali te lo dico- rispondo enigmaticamente.
Matt sembra spiazzato, ma obbedisce al mio ordine in silenzio: non riesce a scherzare come suo solito quando ci sono in ballo dei sentimenti.


Eccoli.
Ecco quei meravigliosi occhi tra il blu e il verde che per sette anni non ho potuto incontrare, se non protetti da quel paio di lenti spesse che mi impedivano di leggere le emozioni che vi si annidavano.
Ora posso scorgere quella scintilla energica, ardente, che avevo amato fin dal nostro primo incontro all'orfanotrofio: posso fare chiarezza nei miei sentimenti, posso scorgere il vero Matt e, perchè no, amarlo.
- Mi sei mancato, Matt- sussurro, avvicinandomi al suo volto.
- Sono tornato due settimane fa- commenta lui, immobile, un lieve sorriso sulle labbra piene.
- No, sei tornato da me solo dieci secondi fa- rispondo, sollevando la mano libera e immergendo le dita nei suoi capelli rosso carminio;- E mi devi una spiegazione per il tuo atteggiamento dei giorni scorsi-.
-Te la darò presto, promesso- mormora nel mio orecchio con voce gentile, facendomi rabbrividire.

E incontrare le labbra di un uomo non è mai stato tanto profondamente bello e naturale quanto ora.








-Allora? Manca qualcosa, Linda?-.
Mello mi aiuta a raccogliere alcuni fogli sparsi sul pavimento, mentre io faccio mente locale e tento di rispondere alla sua domanda: mi sembra ci sia tutto, per ora.
- Novità?- chiede Matt, entrando nella stanza con un mucchio di tavole e schizzi tra le braccia:- Io ho raccolto tutta la roba sparsa in soggiorno-.
- Mi sembra che non manchi nulla- rispondo - Ma... No. Un momento-.
Mi alzo dal pavimento e mi precipito verso la libreria dove tengo gli schizzi più vecchi.
Frugo febbrilmente tra i fasci di fogli.
Oddio.
- Linda?-
- Mello... I miei vecchi schizzi, quelli della Wammy's per i vostri ritratti... Sono spariti-.
Lo sguardo duro e serio che i due amici si scambiano lascia intendere che la faccenda sia molto più complicata di quanto io creda.
 
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46 replies since 13/9/2010, 22:07   1879 views
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